There is Nothing New Under the Sun
March 31, 2009 Eli E. Hertz
In 1947 the British put the future of western Palestine into the hands of the United Nations, the successor organization to the League of Nations which had established the Mandate for Palestine. A UN Commission recommended partitioning what was left of the original Mandate - western Palestine, into two new states, one Jewish and one Arab.
The UN Partition Plan
Aware of Arabs’ past aggression, the resolution, in paragraph C, calls on the Security Council to:
“… determine as a threat to the peace, breach of the peace or act of aggression, in accordance with Article 39 of the Charter, any attempt to alter by force the settlement envisaged by this resolution.” [italics by author]
The ones who sought to alter by force the settlement envisioned in the two state solutions were the Arabs, who threatened bloodshed if the UN were to adopt the Resolution:
“The [British] Government of Palestine fear that strife in Palestine will be greatly intensified when the Mandate is terminated, and that the international status of the United Nations Commission will mean little or nothing to the Arabs in Palestine, to whom the killing of Jews now transcends all other considerations.
“Thus, the Commission will be faced with the problem of how to avert certain bloodshed on a very much wider scale than prevails at present. … The Arabs have made it quite clear and have told the Palestine government that they do not propose to co-operate or to assist the Commission, and that, far from it, they propose to attack and impede its work in every possible way. We have no reason to suppose that they do not mean what they say.”1 [italics by author]
Arabs’ intentions and deeds did not fare better after Resolution 181 was adopted:
“Taking into consideration that the Provisional Government of Israel has indicated its acceptance in principle of a prolongation of the truce in Palestine; that the States members of the Arab League have rejected successive appeals of the United Nations Mediator, and of the Security Council in its resolution 53 of July 7, 1948, for the prolongation of the truce in Palestine; and that there has consequently developed a renewal of hostilities in Palestine.”2
The Partition Plan of 1947 was the last of a series of recommendations that had been drawn up over the years by the Mandatory and by international commissions, plans designed to reach a historic compromise between Palestinian Arabs and Palestinian Jews in western Palestine. Every scheme since 1922 was rejected by the Arab side, including decidedly pro-Arab ones because these plans recognized Jews as a nation and gave Jewish citizens of Mandate Palestine political representation.
The Partition Plan was met not only by verbal rejection on the Arab side but also by concrete, bellicose steps to block its implementation and destroy the Jewish polity by force of arms, a goal the Arabs publicly declared even before the resolution was brought to a vote.
Arabs not only rejected the compromise and took action to prevent establishment of a Jewish state but also blocked establishment of an Arab state under the Partition Plan not just before the Israel War of Independence, but also after the war when they themselves controlled the West Bank (1948-1967), rendering the recommendation a ’still birth.’
The UN Palestine Commission’s report dated February 16, 1948 (A/AC.21/9) to the Security Council noted that Arab-led hostilities were an effort
“To prevent the implementation of the [General] Assembly’s plan of partition, and to thwart its objectives by threats and acts of violence, including armed incursions into Palestinian territory [Eretz-Israel].”
Attempts by Palestinian Arabs to ‘roll back the clock’ and resuscitate Resolution 181 - the ‘original’ two state solution - ‘as if nothing had happened’ are a baseless ploy designed to use the resolution as leverage to bring about a greater Israeli withdrawal from parts of western Palestine and to gain a broader base from which to continue to attack Israel with even less defendable borders. Both Palestinians and their Arab brethren in neighboring countries rendered the plan null and void by their own subsequent aggressive behavior.
Unfortunately, the world community has been ignoring the prospect that a full-blown independent Palestinian state will become just the kind of rogue state and a home to renegade organizations the world is grappling with today.
In light of the Arab Palestinians’ history of violence, incitement against Jews, and its poor performance coping with limited freedom or autonomy - the equivalent of a ‘half-way house’ to test their readiness to join the family of nations is in order. Considering the support (rather than pressure to ‘toe the line’) that Palestinians enjoy in the international arena, Palestinian independence could very well turn into a genuine nightmare.
[1] United Nations Palestine Commission. First Monthly Progress Report to the Security Council. A/AC.21/7, January 29, 1948. See: www.mefacts.com/cache/html/un-resolutions/10923.htm. (10923)
Source: http://www.ourjerusalem.com/opinion/story/the-partition-plan-and-the-two-state-solution.html
(ITA) Trattato 'La Soluzione dei 2 Stati'
La Verità potrebbe non sempre vincere, ma è sempre corretta!’ – Eli E. Hertz
Il Piano di ripartizione "soluzione dei due Stati"
Niente di nuovo sotto il sole
31 marzo, 2009 Eli E. Hertz - MythsAndFacts.org
Nel 1947 i britannici hanno messo il futuro della Palestina occidentale nelle mani delle Nazioni Unite, che sono successe alla Lega delle Nazioni che aveva stabilito il Mandato di Palestina.Una Commissione delle Nazioni Unite ha raccomandato la partizione di quanto restava del Mandato originale - la Palestina occidentale da dividere in due Stati, uno ebreo e uno arabo.Il Piano di ripatizione (Risoluzione 181) era una raccomandazione NON vincolante - 'Eretz Israel', la cui implementazione dipendeva dall'accettazione di entrambi le Parti - gli arabi palestinesi e gli ebrei palestinesi.La Risoluzione è stata adottata il 29 novembre 1947, con un voto di 33 favorevoli contro 12 contrari dell'Assemblea Generale, e 10 astenuti.
Fra i favorevoli c'erano Stati Uniti e Unione Sovietica e altre Nazioni, incluse Francia e Australia. Le Nazioni arabe, incluse Egitto, Siria, Iraq e Arabia Saudita hanno denunciato il Piano all'Assemblea Generale e hanno votato in blocco contro la Soluzione dei due Stati, sostendendo che [in loro favore] avrebbero usato la forza.Consapevoli delle passate aggressioni arabe, la Risoluzione, al Paragrafo C, chiede al Concilio di Sicurezza di:
"... definire quale minaccia alla pace, rottura della pace o atto di aggressione, in accordo all'Articolo 39 della Carta, ogni tentativo di alterare con la forza l'insediamento previsto da questa Risoluzione." [grassetto dell'autore]
Coloro che avrebbero usato la forza per alterare l'insediamento previsto nella Soluzione dei due Stati, sono stati gli arabi, che hanno minacciato uno spargimento di sangue se le Nazioni Unite avessero adottato la Risoluzione:"
Il Governo[britannico] di Palestina teme che le lotte in Palestina potrebbero essere molto intensificate al termine del Mandato, e che lo status internazionale delle Nazioni Unite non significherà molto o significherà nulla per gli arabi in Palestina, per cui l'uccisione degli ebrei ora trascende qualsiasi altra considerazione."
"Perciò, la Commissione dovrà affrontare il problema di come evitare certi spargimenti di sangue ben maggiori di quelli che avvengono ora. (...) Gli arabi hanno detto piuttosto chiaramente al Governo palestinese che non si propongono di collaborare o assistere la Commissione, e che, lontano da ciò, propongono di attaccare e impedire il suo lavoro in ogni modo possibile. Non abbiamo ragione di credere che non intendano [fare] quello che dicono."1 [grassetto dell'autore]
Le intenzioni e le azioni arabe non sono migliorate dopo l'applicazione della Risoluzione 181:
"Si considera che il Governo provvisorio di Israele ha accettato il principio di prolungamneto di tregua in Palestina; che gli Stati Membri della Lega araba hanno rigettato successivi appelli del Mediatore delle Nazioni Unite, e del Concilio di Sicurezza nella sua Risoluzione 53 del 7 luglio 1948, per il prolungamento della tregua in Palestina; e che c'è stato un conseguente sviluppo delle rinnovate ostilità in Palestina."2
Il Piano di partizione del 1947 è stato l'ultimo di una serie di raccomandazioni emesse nel corso di anni dal detentore del Mandato e da Commissioni internazionali, pliani designati a raggiungere lo storico compromesso fra arabi palestinesi e ebrei palestinesi in Palestina occidentale. Ogni schema dal 1922 è stato rigettato da parte araba, incluso quello decisamente pro-arabo, perchè questi Piani riconoscevano gli ebrei quali Nazione e davano ai cittadini ebrei del Mandato di Palestina una rappresentanza politica.
Il Piano di partizione è stato rigettato da parte araba non solo verbalmente ma anche concretamente, in modo bellicoso per bloccare l'implementazione e distruggere la Comunità ebraica con la forza delle armi, un obiettivi che gli arabi dichiararono pubblicamente persino prima che la Risoluzione fosse portata al voto.Gli arabi non solo hanno rigettato il compromesso per prevenire lo stabilimento di uno Stato ebraico ma hanno anche bloccato lo stabilimento di uno Stato arabo sotto il Piano di partizione, non solo prima della Guerra israeliana d'indipendenza, ma anche dopo la Guerra, quando essi stessi controllavano il West Bank (1948-1967), rendendo le raccomandazioni 'ancora da far nascere'.
La Commissione di Palestina delle Nazioni Unite riporta il 16 febbraio 1948 (A/AC.21/9) al Concilio di Sicurezza di allora che le ostilità condotte dagli arabi erano uno sforzo"per prevenire l'implementazione del Piano di partizione dell'Assemblea [Generale], e per ostacolare i suoi obiettivi tramite minacce e atti di violenza, incluse incursioni armate nel Territorio palestinese [Eretz Israel].
"Tentativi degli arabi palestinesi di 'far tornare indietro l'orologio' e resuscitare la Risoluzione 181 - la Soluzione 'originale' dei due Stati - 'come se non fosse successo nulla', sono uno stratagemma senza fondamento designato ad usare la Risoluzione quale leva per causare un gran prelievo di parti della Palestina israeliana occidentale e guadagnare una base più vasta da cui continuare ad attaccare Israele, con confini pure meno difendibili. Sia i palestinesi che i loro oppositori arabi nei Paesi vicini, hanno reso il Piano nullo e vano tramite il loro successivo comportamento aggressivo.
Sfortunatamente, la Comunità mondiale ha mancato di prospettare che l'esplosione di uno Stato palestinese, si sarebbe trasformata nel tipo di Stato canaglia e nella Casa di Organizzazioni rinnegate, con cui il Mondo è alle prese Oggi.Alla luce della Storia arabo palestinese di violenza, di incitamento contro gli ebrei, e di sua povera produzione, avente a che fare con libertà o autonomia limitate - come avere una 'mezza casa' - il risultato dell'esame di sua prontezza a raggiungere la famiglia delle Nazioni, è chiaro.Considerando il supporto (piuttosto che 'il fiato sul collo') di cui i palestinesi godono nell'arena internazionale, l'indipendenza della Palestina potrebbe trasformarsi in un vero incubo.
[1] United Nations Palestine Commission. First Monthly Progress Report to the Security Council. A/AC.21/7, 29 gennaio 1948. Vedere: www.mefacts.com/cache/html/un-resolutions/10923.htm. (10923)
[2] Vedere fra altri, Security Council Resolution S/RES/ 54 (1948) su: www.mefacts.com/cache/html/un-resolutions/10894.htm. (10894)
Source: http://www.ourjerusalem.com/opinion/story/the-partition-plan-and-the-two-state-solution.html